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Vincenzo Pasino
 

 

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L'AVVOCATO DIPENDENTE DELLA AMMINISTRAZIONE  PUBBLICA

 

Quella degli avvocati è una categoria che presenta ricorrenze estremamente varie. Ne ho conosciuti parecchi perchè la amministrazione comunale,  prima  per  estromettermi  e  poi  per  "tenermi fuori"  ha  sistematicamente  rinviato alla giustizia civile ogni decisione.

Un sindaco, un giorno ebbe a dirmi: "La istituzione delle avvocature nei comuni è una scelta strategica perchè permette di rinviare alla giustizia civile tutti quiei problemi che non si ha interesse a risolvere;  Le  avvocature  sono  utili  a l egittimare  le  richieste  degli  amici  degli amici  ed  a  rinviare sine die la soluzione delle richieste  dei  nemici  degli  amici".

Nella pagina intendo mettere a confronto i codici di comportamento del dirigente pubblico con quello deontologico  dell'avvocato libero  professionista.

 

La privatizzazione del pubblico impiego, l'etica e l'imparzialità  richieste al dirigente pubblico costringono ad una riflessione sul ruolo e sui comportamenti che il dirigente-pubblico-avvocato ha il dovere di assolvere e mantenere.

 

Il diritto alla difesa, che un avvocato deve assicurare alla sua parte, è insufficiente a giustificare azioni legali di resistenza ad oltranza ed a negazione  della evidenza del torto che eventualmente la amministrazione pubblica potrebbe aver causato al cittadino.

 

Metterò  a confronto, nel seguito,  i codici di comportamento dei due ruoli evidenziando le incompatibilità. 

 

Il dirigente-avvocato della pubblica amministrazione  ha la funzione di difendere le Maggioranze politiche che di volta in volta vengono delegate ad indicare gli indirizzi di amministrazione oppure debbono assolvere al compito di evitare che tali Maggioranze adottino comportamenti e decisioni di parte al limite di quanto permesso dalle leggi?

 

L'esame, da una posizione di terso osservatore, dei comportamenti di dirigenti e di dirigenti-avvocato della Pubblica Amministrazione locale sarà premessa al suggerimento di provvedimenti utili a CAMBIARE DAVVERO il modo di intendere il ruolo politico di amministratore competente ad indicare, per conto del popolo, gli indirizzi ed a controllarne il raggiungimento e quello burocratico di dirigente competente, per conto del popolo, a garantire una gestione giusta (coerente con le norme), trasparente, partecipata ed imparziale.

 

E' bene ricordare che è inesistente, di fronte al rispetto dei diritti individuali, il rispetto di un preteso superiore bene pubblico.

 

Nella pagina che segue

 

Riepilogo-cause-di-lavoro-di-Pasino-Vincenzo

 

 

c'è l'esempio di comportamenti che sono una violazione sistematica del diritto di partecipazione ai procedimenti amministrativi sancito dalla legge e di quanto contenuto nel codice di comportamento del dirigente pubblico.

 

Ma vediamo in dettaglio i due codici, rileviamone le insanabili incompatibilità e poi esaminiamo alcuni comportamenti tenuti dalla Amministrazione Pubblica di Alessandria nell'arco degli ultimi 18 anni per fare in modo che si sappia e che:

 

"NON SUCCEDA ANCHE AD ALTRI"

 

 

Eccovi il rinvio al codice di comportamento del dirigente pubblico

 

 

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Ed eccovi il rinvio al codice deontologico dell'ordine degli avvocati

 

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Entrambi i codici debbono venire letti sullo sfondo della L. 241 e successive modificazioni (in particolare

Legge 15/2005 e Legge 69/2009) che trovate aggiornata all'indirizzo che segue:

 

repubblica

Nel corso degli anni ho ricevuto messaggi ed addirittura diffide da alcuni avvocati della Amministrazione Comunale che un po' per errata convinzione del ruolo ed un pò per desiderio di partecipare ai "circoli di malaffare" hanno scritto cose che il lettore potrà, da solo, valutare:

aggiornamento 20170825  

 

 

 

 

 

 

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Vincenzo Pasino

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