Magistratura!

Ignoranza o malafede?

I comportamenti (superficiali e/o criminali) che ostacolano la Giustizia qui in Italia.

L’Italia è un paese di lunga tradizione del diritto. Nessun altro paese al mondo ha sedimentato nei secoli un bagaglio di “norme” vasto come il nostro. Un vecchio compagno di viaggi in treno ai tempi dell’università poi divenuto insegnante universitario e, per un breve tempo, mio “difensore” nei primi anni di conflitto nei tribunali, mi disse che gli Stati Uniti sono un paese “civile” perché le loro leggi sono solo 5/6 mila contro le nostre 150/160 mila.

Secondo Normattiva, un progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le leggi in Italia sarebbero in tutto circa 75.000. Il numero però non tiene conto delle leggi Regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e Autorità di cui il nostro paese è pieno: tra le 150 e le 160mila leggi in vigore. Leggi, decreti legge, decreti legislativi e altri atti numerati.

Ogni giorno in Italia vengono scritte 21 pagine di nuovi provvedimenti normativi. Un numero immenso. Tanto per avere un’idea, in Gran Bretagna le leggi sono 3000, in Germania 5500 e in Francia 7000. La numerosità rende complesso il sistema nel quale sguazzano indisturbati gaglioffi di ogni tipo: gaglioffi politici, gaglioffi comuni, gaglioffi avvocati e gaglioffi giudici. Ho messo gaglioffi politici perché…sono loro a fare sempre nuove leggi di comodo senza occuparsi di abrogare leggi in vigore inutili.

In una tale situazione legislativa ho fatto la mia “esperienza materiale”: quella di “ricercatore” in fisica atomica e nucleare per 7 anni con 12 pubblicazioni in atti di convegni internazionali, quella di amministratore pubblico “etico” per 5 anni, quella di burocrate in qualità di dirigente “della innovazione conseguente alla informatizzazione” per 17 anni e poi quella di dirigente sospeso dal servizio per 7 anni seguita da quella di dirigente licenziato per altri 7 anni, poi da quella di dirigente con rapporto di lavoro “provvisoriamente ripristinato” da sentenza di annullamento dell’atto di recesso per 3 anni ed ad oggi (altri 7 anni sin qui) come dirigente con rapporto di lavoro giuridicamente ripristinato ma mai rimesso in servizio e mai collocato, conseguentemente, in pensione.

Mio padre era un ufficiale dell’esercito italiano nel 1940 ed un partigiano dopo l’8 settembre 1943, “un sovversivo” inviso a coloro che lo hanno ucciso ed a coloro che lo hanno “denunciato e fatto catturare” (i due opposti degli schieramenti politici di allora).

Io che ho sempre mantenuto fede ai suoi ideali di onestà e libertà sono prima stato accusato di comportamenti “disonesti” e poi trascinato in un conflitto dilapidante che sembra non avere fine se non per esaurimento o decesso di una delle parti. Molti dei miei oppositori sono ormai deceduti ma i gaglioffi continuano a replicarsi più rapidamente di quanto si replicano gli onesti ed i puri. Ciò nonostante io continuo e sopravvivo. Ho le conoscenze e la consapevolezza adatte. Perché anche a sopravvivere la esperienza materiale qui sulla terra, nel nostro paese, vale la pena di essere vissuta. Per garantire ai figli, un giorno, un mondo di onesti, un mondo migliore.

Eccovi, nel seguito, i comportamenti criminali di quei dirigenti ed amministratori, di quegli avvocati e giudici che ho “incontrato” sin qui nel corso della mia “esperienza terrena”. Cominciamo da … (continua in un prossimo articolo. Intanto vi invito a firmare la petizione che trovate all’indirizzo seguente: https://www.change.org/p/giuseppe-conte-stop-alla-irresponsabilit%C3%A0-personale-dei-magistrati